sabato 14 dicembre 2013

Posted by Iride On 14:01
Gemelli: 
Circa duemila anni fa, il medico romano Scribonio Largo propose tre diversi tipi di dentifricio. Uno conteneva cenere di corna di cervo bruciate, la resina aromatica di un arbusto sempreverde chiamato lentisco e un minerale raro chiamato clorammonio. Il secondo era una miscela di farina d'orzo, aceto, miele e salgemma. Il terzo era composto da rafano seccato al sole e polvere di vetro. Con un po' di fantasia, potremmo dire che questi tre dentifrici somigliano metaforicamente alle scelte di vita che ti trovi davanti in questo momento. Ti consiglio la seconda ricetta. E, come minimo, evita la terza. 

»L'oroscopo di Rob Brezsny


Il senso qual è, quello della sana via di mezzo? In questo modo cureremo il sorriso da porgere alla vita. Ma perché sorridiamo? È davvero sempre necessario, o sufficiente?


I denti. Quelli che mostriamo non come minaccia - come fanno gli animali che poco badano ai convenevoli - ma che siamo costretti a mostrare in un sorriso inamidato davanti a situazioni e persone che meriterebbero labbra strette. Bisogna essere positivi, allegri, perché il mondo ce lo chiede. Per lo stesso motivo per cui non bisogna portare rancore, provare rabbia, invidia, lussuria. Tutte cose accettabili solo se sono il nome di un nuovo gelato o di un accattivante prodotto makeup. Così con il rossetto o meno, bisogna distendere e aprire le labbra, mostrare i denti, dritti o storti. Anche quando ci si sente come con quel pezzo di lattuga tra i gli incisivi. Allegri, positivi, pieni di speranza. Allegri positivi e pieni di speranza. Allegripositiviepienidisperanza. Un loop infinito che nel suo cerchio perfetto va ad escludere tutto ciò che potrebbe mitigare quella maschera dal sorriso teso e agghiacciante (ci sarà un motivo se i clown mettono i brividi a tanta gente). Non importa se vuoi solo metabolizzare i tuoi sentimenti, devi nasconderli per non guastare la composizione. Una pecora nera è la carie in un gregge di denti bianchi e perfetti. 
È negata la libertà di essere infelici, perché rende difficile il lavoro a chi finge, un po' come mangiare un piatto di carbonara gomito a gomito con chi sta a dieta ferrea. Nessuno ti chiede perché sei triste, vuole solo che tu non lo sia. Vuole solo che nascondi la tristezza per non turbare il suo fragile e precario equilibrio incrinando quel sorriso da spot con l'alito che puzza. 


Non è possibile tornare a sorridere sinceramente se si è impegnati a mantenere un sorriso finto, si finisce col confonderli, con accontentarsi della maschera.

Poter essere liberamente infelici, tristi, arrabbiati, getta le basi per il ritorno al sorriso, quello vero. È più opaca certo, l'infelicità, ha i denti gialli ma distingue la maschera, bianca, levigata col vetro.




14 dicembre 2013

6 commenti:

  1. Be', almeno così è più facile riconoscere i veri amici: quelli con cui non sentiamo di dover sorridere per forza.

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    1. Questo è sicuro.
      Li riconosci anche dal fatto che tendono a farti sorridere anche se non ne hai voglia. Una differenza non da poco.

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  2. non è che uno deve sorridere è che se ha voglia di sorridere la vita gli viene più leggera, perché la vita pesante è come una settimana di nebbia fitta con l'umidità che ti penetra nelle ossa e ti fa sentire un pulcino bagnato; la luce è una necessità ad un certo punto

    e così sei di fine maggio o di giugno

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    1. 5 giugno!
      Non discuto minimamente la necessità di sorridere, discuto la necessità di farlo per gli altri. Obbligare qualcuno a fingere di star bene è violenza, non ti importa di quella persona, vuoi solo che non ti ricordi che forse anche tu hai dei motivi per non saltare di gioia. Che poi a tal proposito si potrebbe parlare a lungo di quanta tristezza ci sia dietro le persone sempre sospettosamente allegre. Vivono quasi sempre in una prigione. Io non voglio, ma non rivendico il piangersi addosso, quello mi dà ancora più fastidio se è sbandierato.
      Voglio potermi abbruttire in santa pace e poi risorgere dalle mie ceneri come una fenice.

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  3. Dipende, sai?
    Io sono un "ladro di sorrisi", e talvolta riesco a strapparne uno a chi non ha veramente niente per cui sorridere .. ma non lo faccio per il mio equilibrio, già sufficientemente instabile di per se anche senza il "naso rosso".
    Però condivido la libertà di essere tristi, perchè non c'è niente di più infelice di un sorriso di circostanza.

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