martedì 24 dicembre 2013

Posted by Iride On 11:56
Ma non quella che è la gioia dei bambini e di molti adulti. Non è quella che cade leggera coprendo il mondo nel suo abbraccio. Non è fredda, ma uccide più del gelo.

La figlia adolescente della compagna di mio padre ha passato l'estate a farsi di acidi e cocaina, da un paio di mesi è chiusa in casa e il suo - obbligatoriamente - ex, maggiorenne, è stato denunciato per spaccio. Più che denunciato, "riferito" alla polizia, e per ora è a piede libero. Ecco. Io l'ho scoperto meno di una settimana fa, fino a ieri la ragazza era a casa mia per cambiare aria, ma è diventata subito pesante. L'aria, dico. Si sta valutando il da farsi, centro di disintossicazione sì o no, psicologo, cambio scuola, e via dicendo, ma tutto sembra troppo o troppo poco. Non ha dipendenza fisica, nessuna crisi o roba del genere, ma è manipolabile mentalmente. Che consigli si possono dare? Ho avuto uno zio drogato e le ho raccontato la sua triste vita, ma ho 10 anni più di lei, mi vede troppo grande per darmi retta, credo.
Così queste feste sono oscurate da un peso sul cuore, da musi lunghi e parole sospese.
Non sono ancora cominciate queste feste che sono già sfinita. La cosa non mi riguarda direttamente ma getta un'ombra, e mi rende nervosa, cosa che in questo periodo per me significa gettare benzina sul fuoco.
Volevo essere un po' allegra in questi giorni, avevo preparato un post carino per Natale. Forse lo pubblicherò più avanti. Questo è scritto di getto, è sconclusionato.

È la festa della famiglia, quella vera. Dell'amore, per credenti e non. Tutto, il bene, il male, vanno sotto lente in questi giorni, appaiono ingigantiti. Tutto è più bello o più triste, forse entrambi.
Chi ha famiglia, la ami. Chi non ce l'ha ami se stesso, è molto più difficile.
Buon Natale eh... auguri. Qualcuno mi dica poi che gli è andata bene, per favore.
Ci deve pur essere nel mondo qualcuno che le passa bene, ste feste del cazzo.


sabato 14 dicembre 2013

Posted by Iride On 14:01
Gemelli: 
Circa duemila anni fa, il medico romano Scribonio Largo propose tre diversi tipi di dentifricio. Uno conteneva cenere di corna di cervo bruciate, la resina aromatica di un arbusto sempreverde chiamato lentisco e un minerale raro chiamato clorammonio. Il secondo era una miscela di farina d'orzo, aceto, miele e salgemma. Il terzo era composto da rafano seccato al sole e polvere di vetro. Con un po' di fantasia, potremmo dire che questi tre dentifrici somigliano metaforicamente alle scelte di vita che ti trovi davanti in questo momento. Ti consiglio la seconda ricetta. E, come minimo, evita la terza. 

»L'oroscopo di Rob Brezsny


Il senso qual è, quello della sana via di mezzo? In questo modo cureremo il sorriso da porgere alla vita. Ma perché sorridiamo? È davvero sempre necessario, o sufficiente?


I denti. Quelli che mostriamo non come minaccia - come fanno gli animali che poco badano ai convenevoli - ma che siamo costretti a mostrare in un sorriso inamidato davanti a situazioni e persone che meriterebbero labbra strette. Bisogna essere positivi, allegri, perché il mondo ce lo chiede. Per lo stesso motivo per cui non bisogna portare rancore, provare rabbia, invidia, lussuria. Tutte cose accettabili solo se sono il nome di un nuovo gelato o di un accattivante prodotto makeup. Così con il rossetto o meno, bisogna distendere e aprire le labbra, mostrare i denti, dritti o storti. Anche quando ci si sente come con quel pezzo di lattuga tra i gli incisivi. Allegri, positivi, pieni di speranza. Allegri positivi e pieni di speranza. Allegripositiviepienidisperanza. Un loop infinito che nel suo cerchio perfetto va ad escludere tutto ciò che potrebbe mitigare quella maschera dal sorriso teso e agghiacciante (ci sarà un motivo se i clown mettono i brividi a tanta gente). Non importa se vuoi solo metabolizzare i tuoi sentimenti, devi nasconderli per non guastare la composizione. Una pecora nera è la carie in un gregge di denti bianchi e perfetti. 
È negata la libertà di essere infelici, perché rende difficile il lavoro a chi finge, un po' come mangiare un piatto di carbonara gomito a gomito con chi sta a dieta ferrea. Nessuno ti chiede perché sei triste, vuole solo che tu non lo sia. Vuole solo che nascondi la tristezza per non turbare il suo fragile e precario equilibrio incrinando quel sorriso da spot con l'alito che puzza. 


Non è possibile tornare a sorridere sinceramente se si è impegnati a mantenere un sorriso finto, si finisce col confonderli, con accontentarsi della maschera.

Poter essere liberamente infelici, tristi, arrabbiati, getta le basi per il ritorno al sorriso, quello vero. È più opaca certo, l'infelicità, ha i denti gialli ma distingue la maschera, bianca, levigata col vetro.




14 dicembre 2013

venerdì 13 dicembre 2013

Posted by Iride On 14:59



mercoledì 11 dicembre 2013

Posted by Iride On 10:52
Àkuma

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale fu l'immortale mano o l'occhio
Ch'ebbe la forza di formare la tua 
Agghiacciante simmetria?

In quali abissi o in quali cieli
Accese il fuoco dei tuoi occhi?
Sopra quali ali osa slanciarsi?
E quale mano afferra il fuoco?
Quali spalle, quale arte poté
Torcerti i tendini del cuore?


E quando il tuo cuore ebbe il primo
Palpito, quale tremenda mano?
Quale tremendo piede? 
Quale mazza e quale catena?
Il tuo cervello fu in quale fornace?
E quale incudine?
Quale morsa robusta osò serrarne 
i terrori funesti?

Mentre gli astri perdevano le lance
Tirandole alla terra e il paradiso
Empivano di pianti?
Fu nel sorriso che ebbe osservando
il suo lavoro,
Chi l'agnello creò, creò anche te?


Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte, 
Quale mano, quale immortale spia
Osa formare la tua agghiacciante simmetria?


(William Blake)



Amo questa poesia e la dedico al mio gattino scomparso un anno fa, investito come tanti ogni anno. Vivendo in campagna e vicino ad un incrocio sono ormai abituata ai gatti che vanno e vengono, che scompaiono per tornare dopo giorni o per non tornare affatto. Però Akuma era speciale, aveva lottato per vivere. 
Masticato, letteralmente, dal cane di mia sorella, lo avevo accudito come meglio potevo nella speranza che sopravvivesse: lo adagiavo su un grosso peluche perché le ossa rotte non gli facessero male, lo imboccavo, già il fatto che riuscisse a mangiare era un buon segno, significava che non c'erano lesioni interne gravi, che altrimenti avrebbero tolto ogni speranza. A chi si chiederà perché non l'ho portato dal veterinario posso solo dire che appartengo a gente che è cresciuta in mezzo agli animali, che li rispetta ma non li umanizza, e lascia fare alla natura il suo corso. Ma soprattutto il fatto è che non avevo soldi per un veterinario, detto papale papale. Così gli ho dato amore e carezze, e ho sperato. Nei giro di qualche giorno ha risollevato la testa e poi tutto il resto, ed ho potuto accertarmi dei danni senza rischi. Una zampa anteriore era divenuta inutilizzabile, storta e se la sarebbe trascinata fino alla fine. La coda aveva preso una forma a ricciolo che lo rese unico. Lo chiamai Àkuma, demone. Perché era nero ed era scampato alla morte. 
Era una scheggia, Akuma. Nonostante l'handicap correva tantissimo e mi tagliava la strada facendomi tirar giù i santi. Era un coccolone, Akuma. Quando ci riusciva se ne stava tranquillo a guardarmi lavorare con le piante a patto che ogni tanto allungassi la mano guantata per grattarlo sotto il mento. Quando non ci riusciva mi dava il tormento per una coccola. Avrei tanto voluto tenerlo in casa, perché avevo già previsto che prima o poi quella menomazione lo avrebbe messo in pericolo attraversando la strada nel periodo di calore, ma non è possibile tenere al chiuso un animale nato e cresciuto libero di muoversi. Ha vissuto i suoi giorni da leone a testa alta, coda ricciuta e zampetta elegante.



sabato 7 dicembre 2013

Posted by Iride On 11:28


Lo so che qualcuno di voi sarà lì, oggi o domani. Stolti!


Io ci ritornerei solo per le polpette...

7 Dicembre 2013

giovedì 5 dicembre 2013

Posted by Iride On 22:15

http://www.boredpanda.com/must-see-historic-moments/
soldato americano sconosciuto,
guerra del Vietnam 1965




La fotografia è il nostro tardis.


5 dicembre 2013

mercoledì 4 dicembre 2013

Posted by Iride On 22:32

viene ufficialmente soppresso l'indice dei libri proibiti.





domenica 1 dicembre 2013

Posted by Iride On 12:59

Muscoli intirizziti: licenza di non fare un accidente tranne sbattere le ciglia.
Mani e piedi congelati: strumenti di tortura.
Labbra irritate: rossetto nude mauve a lunga tenuta.
Mal di gola: ingurgitare roba bollente, cominciando con un tè per distrarre la folla finendo al Ciobar attraverso litri di caffè.
Brividi: riscoperta della fede. Spessi abiti liturgici e accorate bestemmie alle divinità del fuoco invocate col pellet.

Uinte is coming. Copriteve.


1 dicembre 2013
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