lunedì 25 novembre 2013

Posted by Iride On 23:10

La giornata contro la violenza sulle donne ormai è quasi finita, forse però è il caso di parlarne, anche se non mi piace ricordarlo. È importante per far capire come ci si sente, a tutti, perché tutti hanno una madre o una sorella o una compagna o una figlia. Sentirsi braccati. Non avevo pensato di farci un post, prima di leggere quello di bussola.


Ho rischiato di essere rapita, tre o quattro anni fa, in pieno giorno. 
Era domenica, l'ora di pranzo, per cui la brava gente era in casa a mangiare, tranne me che andavo a trovare mia zia, dopo lunghe insistenze perché non ci andavo mai, preferendo godermi il riposo dalla settimana universitaria. 
Arrivata a Gallarate, a un certo punto mi accorgo che un ragazzo mi ha seguita dalla stazione in una strada di solito trafficata ma solitaria a quell'ora, quel giorno, via Torino. Non c'è davvero un'anima e mentre cerco di distanziarlo, si affianca una macchina con un tipo che mi segue in prima anche dopo avergli rifiutato il passaggio. Vado avanti senza sapere cosa fare, la paura aumenta e prego che spunti qualcuno. Poi il miracolo. Se non fosse passata quella signora con un enorme pastore tedesco non so come sarebbe finita. L'ho praticamente placcata chiedendo aiuto, la voce quasi rotta, e i miei orchi hanno dovuto annullare l'operazione. 
Mi sono fatta accompagnare alla polizia ma non sono entrata, non avrei saputo descrivere i due mostri che ormai se l'erano squagliata, e io volevo solo rinchiudermi dentro quattro mura solide. Chiamo mia zia che mi viene a prendere. Sono stoica mentre nell'attesa parliamo con la mia salvatrice di come sia assurdo che in pieno giorno succedano queste cose, ma la voce trema e mi tradisce. Appena lei arriva mi fiondo in macchina senza neanche ringraziare come si deve la signora, ripensandoci me ne dolgo, ma ero psicologicamente al limite. Chiusa la portiera sono scoppiata a piangere.
Quando le ho raccontato bene la faccenda mia zia ha sminuito la cosa, ridendo, forse è per questo che non ne parlo mai. Non sono una donnetta, e il non essere capita mi ha bloccata, non ho mai voluto fare tenerezza a nessuno, ma in quel momento avrei voluto comprensione. Io so per certo che se non fosse passata quella donna a un certo punto il ragazzo dietro di me mi avrebbe spinta a forza dentro l'auto e l'altro avrebbe sgommato via in fretta. Ricordo bene che il periodo era proprio quello in cui a Gallarate c'erano state aggressioni e rapimenti di donne. 
Il giorno dopo ero obbligata a tornare a Milano ed ho cercato di non permettere alla paura di dominarmi, però è stata dura davvero. Avrei voluto essere accompagnata alla stazione perché ero ancora scossa, ma lei era in ritardo al lavoro e così mi porta a metà strada. Mi sono fatta forza, non mi piace essere debole e mi sono fatta coraggio, in seguito mi sono detta che forse era stato meglio così, affrontare subito la paura.

Rientrata a Milano, ero salva. Tanta gente, nessuna strada vuota. Ho amato quella folla fredda e indifferente.

Non ho mai perdonato mia zia per non aver capito come mi sentivo. 
La morale di questo racconto riguarda l'atmosfera di indifferenza e solitudine che chi subisce queste cose deve affrontare oltre al resto, all'abitudine, che rende accettabile certe cose e porta a sminuirle, pure.

È questa la vera violenza su di noi.


25 novembre 2013

16 commenti:

  1. 13 anni, domenica pomeriggio ore 5, sto tornando da casa di una mia amica per le strade di quel quartiere che rappresenta il mio mondo, la scuola, il patronato, il supermercato, le case di tutte le mie amiche una ogni 20 mt per tutti i 600 mt fino a casa, ma fatalità in quel preciso momento non c'è un cane. ne è bastato uno solo a terrorizzarmi, la scena è la stessa tua

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prima o poi tutte impariamo ad aggirarci con circospezione, facendo caso a chi abbiamo dietro. Ci si abitua ma è frustrante.

      Elimina
    2. Non si è mai libere, c'è sempre un peso che grava sul petto, sai di che parlo, lo sappiamo tutte, che si sia state molestate o meno.

      Elimina
    3. Sono sempre tentata di frequentare un corso di autodifesa. O almeno di girare con uno spray al peperoncino.

      Elimina
    4. Sai io non ho il fisico, ma credo sarebbe doveroso imparare a difendersi. Se avrò una figlia glielo farò fare senza dubbio. Lo spray va bene se ti ricordi di tenerlo sempre nascosto ma a portata di mano. E se il giorno non hai tasche?
      Se lo tieni in borsa da qui che lo trovi sei già morta tre volte.

      Elimina
    5. @Silvia: se posso consigliarti un corso, scegli Krav Maga. Attualmente è il sistema più veloce di apprendimento. E ovviamente non importa con che fisico lo affronti (capito, Iride? ;P), tanto ti insegnano a fare del meglio che puoi con quello che hai, non a essere la campionessa olimpionica delle discipline marziali.

      Lo spray funziona. Anche troppo. C'è solo il problema di averlo sempre a portata di mano e/o saperlo usare correttamente.

      Elimina
    6. Krav Maga? Interessante... sembra il nome di un cantante, mi informerò ;)

      Elimina
  2. Ciao,
    siamo vicini di casa dunque...in senso molto vago.
    Da uomo sono cose che non accetto e condanno nel più catergorico dei modi.
    Possiamo non capire le donne (a volte siete frustranti,lo dovete ammettere) ma da qui a usare violenza su una persona...sono felice che te la sia cavata,peccato non sia riuscita a far passare un brutto quarto d'ora a quei due...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda quanto a frustrazione, è un bello scambio fidati ;) ... purtroppo ero davvero scossa, ti dirò in quel momento non mi interessava neanche, volevo solo rifugiarmi da qualche parte. A mente fredda poi mi è dispiaciuto di non aver fatto caso alla targa, dovesse ricapitare (ma spero proprio di no) cercherò di essere un pò più lucida. Anche se vedi, denunciare serve a poco.

      Elimina
  3. La cosa ancora più spregevole, è che tua zia non ha neanche minimanente pensato quanto possa essere stato traumatizzante per te. Come può un'altra donna non pensare a quanto sia deleterio affrontare una vosa del genere? Sarà che nella mia famiglia ci sono stati episodi di violenza purtroppo, e solo come membro della tale, mi sento in qualche modo partecipe, per come sono cresciuto: le storie, gli insegnamenti risultanti...Non dovrebbe esistere la giornata contro la violenza, è una gran cagata a mio dire, dovrebbero semplicemente impiccare in piazza individui del genere. La violenza non si paga con la violenza, dicono. In realtà sarebbe semplicemente giustizia.
    Mi spiace abbia vissuto una cosa del genere, ma d'altra parte ne sei sfuggita, il che è una gran cosa :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma infatti al di là del pericolo scampato è stato quello a ferirmi. Poi vabbè quella mia zia lì a volte ha la sensibilità di una cella frigorifera. Però ha una figlia piccola, voglio dire, potrebbe succedere anche a lei un giorno, e se dovesse accadere spero reagirà con un pochino più di trasporto, per sua figlia.

      Elimina
    2. Sono sfuggita per un colpo di fortuna. La cosa abominevole è che quello che mi seguiva a piedi era giovane, avrà avuto al massimo 24-25 anni, più probabilmente 22-23.
      Magari aveva una madre che gli faceva il pranzo tutti i giorni e gli lavava le mutande chiamandolo tesoro, e lui rapiva ragazze.
      Non so immaginare cosa ci sia nella testa di certa gente. Non voglio neanche saperlo.

      Elimina
  4. La nostra paura è ciò che rende forti i nostri nemici...
    L'indifferenza ciò che ci fa odiare quelli che pensavamo essere i nostri amici.
    Certe cose esistono, eppure cercano tutti di far finta di no ... occorre prorpio "una" giornata contro il femminicidio? e nelle altre 364?
    Guradate che per un corso di autodifesa non occorre essere "grandi e grosse", uno scricciolo è capace di abbattere un energumeno se riesce a mantenersi calma e sa dove colpire: poca forza tanta testa.
    Nei corsi di autodifesa ben fatti si insegnano prima le tecniche di autocontrollo poi quelle di "lotta".
    Hai ragione Iride qul peso sul petto, l'annebbiamento della vista, la confusione nei pensieri ... è l'adrenalina che entra in circolo e che ti paralizza, ma la si può controllare ed addirittura trasformarla in arma propria.
    Una cosa è certa, fino a che ci sarà bisogno di difenderci ... meglio restare nel mio bosco!

    P.s. non "criminalizzare" troppo tua zia, molti pensano che minimizzare i fatti aiuti chi li ha subiti, forse è in buona fede, forse non è un problema di scarsa sensibilità, forse non ha solo ascoltato e tue parole e non anche le tue paure ... forse.
    comunque mi hai ispirato ...
    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ho il problema opposto, è che sono troppo ingombrante per un corso di autodifesa :P
      Resto volentieri nel tuo bosco, se non ci sono orchi, se non devo fare la fata.

      Comunque non la criminalizzo sai, sono abituata a non contare troppo sugli altri, ed ho certamente considerato che poteva star minimizzando per togliermi la paura, ma la conosco bene quindi no, non era quello lo scopo, ma non importa.
      Quel che non ti uccide ti rende più forte, no? Sono sopravvissuta anche a un ciclone.
      Vado avanti a pugni stretti ;)

      Elimina
  5. Terribile... due volte è successo pure a me, anche se in modalità diverse. Scioccante. Che Dio benedica quella donna e quel pastore tedesco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ho mai amato i cani in modo particolare. Ho adorato quello.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...