domenica 21 luglio 2013

Posted by Iride On 12:20
Prendo spunto dal post di un bellissimo blog che seguo, Gioire in musica, (anzi diciamo che gli rubo proprio l'idea) per parlare di un oggetto molto comune: il calendario.
Io non ho mai comprato calendari, prima di quest'anno. Sono spesso cari e la consideravo una spesa inutile nonostante la tentazione. Sì perché non ho mai mancato di spulciarli tutti durante le mie peregrinazioni nelle librerie, scegliendoli con cura e facendo sempre particolare attenzione alla foto nel mese di giugno, quello del mio compleanno. Se non mi piace la foto di giugno, niente da fare. Tuttavia la scelta accurata non ha mai raggiunto la cassa prima del gennaio 2013. Perchè spendere per qualcosa di relativamente utile che si può avere gratis? Fino a quel momento mi ero accontentata di quelli regalati dai ferramenta o dai supermercati, snobbando quelli da portafoglio, che grazie al cielo sembrano essere passati di moda. Orribili.
Ma stanca di fissare numeri enormi da tabella oculistica e pacchi di pasta su un letto di grano e pomodori, quest'anno per la prima volta in vita mia ho acquistato un calendario. È per questo che mi è venuta voglia di scriverne, leggere quel post mi ha fatto riflettere su come effettivamente sia piacevole ogni tanto buttare l'occhio alle immagini che ci accompagnano di mese in mese. Per me è stata una cosa nuova.

Per la mia prima volta ho scelto un calendario di Van Gogh. È un artista che amo, e in quegli attimi fugaci in cui mi soffermo a guardare i suoi dipinti essi mi riempiono di pace e tranquillità. 
Ho un qualche legame con questo artista: quando ero bambina fu il primo che cercai di imitare nelle mie lezioni di pittura, ricordo ancora il quadro che cercai di riprodurre, Campo di grano con volo di corvi. Successivamente ho l'immagine sbiadita della visita a casa di una vecchia zia, non ho mai ricordato chi, si trattava di una di quelle visite che avvengono ogni morte di papa a causa della lontananza. Non ricordo nulla di ciò che facemmo lì, ero piccola e facile alla distrazione, ma ricordo che mentre i grandi parlavano fitto e gioviale come chi non si vede da una vita e deve compensare anni in poche ore, io mi annoiavo, stavo seduta e fissavo una stampa appesa in cucina. Rappresentava i Girasoli. È tutto ciò che ricordo di quella giornata. A distanza di tempo alla domanda di chi fosse la zia con Van Gogh in cucina, nessuno ha mai  saputo darmi risposta. 
Solo io avevo notato quella bellezza.
Così, piccolo e quadrato, appeso tra la porta e il letto, vicino a un vecchio pupazzo di Charlie Chaplin, da sette mesi nella mia minuscola stanzetta è come avere una piccola galleria, un tema, una nota mensile che fa da sottofondo alla quotidianità.
Un oggetto tanto banale può dare tutto questo? Credevo fosse una mia sensibilità, invece è un sentimento condiviso. Per alcuni la scelta di un calendario va oltre il semplice fattore estetico. Il mio è stato spirituale. E voi? Cosa c'è sui vostri calendari, e qual è il loro significato, se ce l'hanno.




Qui sotto il dipinto che mi tiene compagnia nell'afoso mese di luglio:

"Il mare a les Saintes - Maries de la mer" Giugno 1888 - Olio su tela 51x64 cm

Buona domenica :)


4 commenti:

  1. Ma che bellissimo post!!!!!
    Splendidi questi ricordi quotidiani, ricchi di sensibiloità e di cuore attraverso il tuo sguardo di bambina.!
    Ma quanto mi sento in sintonia!
    E grazie di aver citato il mio blog!

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  2. Grazie a te di avermi ispirata ;)

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  3. lo scorso anno mi fu regalato un calendario di Schiele da un'amica che conosce tutto il mio amore per Egon, la sua sensualità, i suoi ocra, gli autoritratti, i nudi, gli occhi grandi e sgranati, i suoi paesaggi boemi, la sua brevissima esistenza che ci ha lasciato gocce di eternità

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  4. Bellissimo Schiele, adoro i suoi nudi...

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