mercoledì 31 luglio 2013

Posted by Iride On 21:45






venerdì 26 luglio 2013

Posted by Iride On 20:58
Capita nella vita di raccogliere piccoli tesori.
Non parlo di cose dal valore monetario, ma di oggetti il cui volore è celato ai più perché tale valore non è per loro. Tesori che non hanno lo stesso valore per tutti, che nelle mani sbagliate non ne hanno affatto, mentre in quelle giuste, o sensibili, si aprono rivelando la loro ricchezza.

Così quando da piccola trovai la pupa più piccina di una matrioska incastrata in un muretto a secco, con la gonna rossa e il velo senape, fui felice. Mi chiesi che ne era della sua mamma e se la bambina che l'aveva persa era triste. Adorai quella pupetta. Sarà per questo che mi piacciono un mondo le matrioske e per aiutarli ne comprerei tutti i giorni da quegli ambulanti russi, potendo.

Tra i miei tesori ci fu anche un ciondolo a forma di cuore, con dentro la foto della madonnina e la frase "ovunque, proteggimi" sull'altra metà. Lo trovai su un sedile dello scuolabus. Ho sempre sperato che chi l'ha perso non abbia mai smesso di credere in quella protezione solo perchè ne ha perduto il simbolo.

Anni dopo nel terreno dei miei nonni trovai una campanella arrugginita, proprio quando ormai mi ero arresa all'idea di scoprire qualcosa di nuovo in quella campagna sconfinata, battuta con fervore. Prima della loro casa su quel terreno non c'era stato mai niente, quindi niente tesori da scovare, pensavo. Era piccola quella campanella, rotondeggiante, di quelle da mucca, vendute come souvenir nelle zone di montagna. C'era scritto "München" sopra una piccola miniatura plastificata con montagne e casette. Fu così che scoprii Monaco e il duro accento tedesco. Fu così che scoprii un certo Beethoven e l'Inno alla gioia.

E mente una settimana fa leggevo una vecchia edizione comprata su ebay de Il buio oltre la siepe, mi ritrovai in mano una schedina del totocalcio, un ritaglio di giornale, pieno di X e 1 e 2 ripetuti e sbarrati. Chissà se il proprietario della schedina ha mai letto il libro o cercasse solo un luogo sicuro in cui riporre le speranze. Ad ogni modo sembra essere andata male :P
Birra PERONI augura milioni! dice il foglietto vecchio di quarant'anni. È datato 20-2-72. Sul retro gli annunci di vendita di pistole e un cineproiettore domestico.

Ma il tesoro più prezioso si trova appeso nella mia bacheca, nell'angolino in basso a destra.
Una fototessera, anche questa trovata in un vecchio libro di seconda mano, con due bambine abbracciate in un pallido bianco e nero. Una dentona e occhialuta di fondi di bottiglia che sorride e si stringe alla guancia l'amica, o sorella. Quest'ultima è più carina ed ha un vestito a fiori, mentre la prima ha un abito candido che sembra da comunione, si intravede qualcosa come una medaglia, al collo. Tutt'e due hanno i capelli corti alla maschietta.
Non so a quando risalga la foto, non saprò mai nulla di loro. Ma sono molto gelosa di questo tesoro, della sua spontaneità e intimità. Un'intimità che ho violato senza volere, ma che sono grata di aver scoperto e che ormai considero mia.
Se qualcuno passa da quelle parti, rivolga per me un pensiero a quelle due bimbe ormai adulte, forse nonne(?). La foto è stata fatta in via Marco Aurelio 35/37 - Roma.

La bellezza di questi tesori sta nel fatto che ciò che ti donano, va ben oltre loro stessi. 
Mentre un diamante è solo un diamante.




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giovedì 25 luglio 2013

Posted by Iride On 11:59


"La storia del genocidio ci dice che non è un'aberrazione, un'anomalia, una falla nel sistema della vita umana. È un vizio antico e persistente, che fa parte della condizione umana quanto l'amore, l'arte e l'agricoltura."

(Quando arrivano le cavallette, di Arundhati Roy)  »Recensione

mercoledì 24 luglio 2013

Posted by Iride On 09:58
Ho deciso di modificare completamente il blog.

Quando l'ho aperto nel 2010 ero una persona diversa, con una vita diversa, e adesso nonostante i piccoli ritocchi non lo sento più mio. 
Mi irrita.
Questo blog per rispecchiarmi deve cambiare come io sono cambiata. Già troppo nella vita reale dobbiamo indossare panni che non ci appartengono, almeno qui voglio essere me stessa. 
Sempre Iride, sempre Libera :)



martedì 23 luglio 2013

Posted by Iride On 09:48
Necrologio in memoria delle opere andate perdute qualche giorno fa per mano di farabutti senza scrupoli.
Dedichiamo uno sguardo alle foto – tutto ciò che ci rimane – di queste opere scomparse nel più brutale dei modi, il rogo. Non ci sono parole.




Claude Monet - Charig Cross Bridge
Van Meyer de Haan - Autoritratto
Paul Gauguin - Donna davanti a una finestra aperta
Pablo Picasso - Testa di Arlecchino
Claude Monet - Ponte di Waterloo
Lucien Freud - Donna con gli occhi chiusi
Henri Matisse - Ragazza che legge in bianco e giallo


E dedichiamo un pensiero particolare anche alla donna che ha reso possibile tutto questo, 
Olga Dogaru:

Con l'indignata partecipazione di Giovanni Muciaccia


Che un attacco d'arte di colpisca, magari una statua o un capitello corinzio. Mi basterebbe anche un pennello nell'occhio, maledetta.





domenica 21 luglio 2013

Posted by Iride On 12:20
Prendo spunto dal post di un bellissimo blog che seguo, Gioire in musica, (anzi diciamo che gli rubo proprio l'idea) per parlare di un oggetto molto comune: il calendario.
Io non ho mai comprato calendari, prima di quest'anno. Sono spesso cari e la consideravo una spesa inutile nonostante la tentazione. Sì perché non ho mai mancato di spulciarli tutti durante le mie peregrinazioni nelle librerie, scegliendoli con cura e facendo sempre particolare attenzione alla foto nel mese di giugno, quello del mio compleanno. Se non mi piace la foto di giugno, niente da fare. Tuttavia la scelta accurata non ha mai raggiunto la cassa prima del gennaio 2013. Perchè spendere per qualcosa di relativamente utile che si può avere gratis? Fino a quel momento mi ero accontentata di quelli regalati dai ferramenta o dai supermercati, snobbando quelli da portafoglio, che grazie al cielo sembrano essere passati di moda. Orribili.
Ma stanca di fissare numeri enormi da tabella oculistica e pacchi di pasta su un letto di grano e pomodori, quest'anno per la prima volta in vita mia ho acquistato un calendario. È per questo che mi è venuta voglia di scriverne, leggere quel post mi ha fatto riflettere su come effettivamente sia piacevole ogni tanto buttare l'occhio alle immagini che ci accompagnano di mese in mese. Per me è stata una cosa nuova.

Per la mia prima volta ho scelto un calendario di Van Gogh. È un artista che amo, e in quegli attimi fugaci in cui mi soffermo a guardare i suoi dipinti essi mi riempiono di pace e tranquillità. 
Ho un qualche legame con questo artista: quando ero bambina fu il primo che cercai di imitare nelle mie lezioni di pittura, ricordo ancora il quadro che cercai di riprodurre, Campo di grano con volo di corvi. Successivamente ho l'immagine sbiadita della visita a casa di una vecchia zia, non ho mai ricordato chi, si trattava di una di quelle visite che avvengono ogni morte di papa a causa della lontananza. Non ricordo nulla di ciò che facemmo lì, ero piccola e facile alla distrazione, ma ricordo che mentre i grandi parlavano fitto e gioviale come chi non si vede da una vita e deve compensare anni in poche ore, io mi annoiavo, stavo seduta e fissavo una stampa appesa in cucina. Rappresentava i Girasoli. È tutto ciò che ricordo di quella giornata. A distanza di tempo alla domanda di chi fosse la zia con Van Gogh in cucina, nessuno ha mai  saputo darmi risposta. 
Solo io avevo notato quella bellezza.
Così, piccolo e quadrato, appeso tra la porta e il letto, vicino a un vecchio pupazzo di Charlie Chaplin, da sette mesi nella mia minuscola stanzetta è come avere una piccola galleria, un tema, una nota mensile che fa da sottofondo alla quotidianità.
Un oggetto tanto banale può dare tutto questo? Credevo fosse una mia sensibilità, invece è un sentimento condiviso. Per alcuni la scelta di un calendario va oltre il semplice fattore estetico. Il mio è stato spirituale. E voi? Cosa c'è sui vostri calendari, e qual è il loro significato, se ce l'hanno.




Qui sotto il dipinto che mi tiene compagnia nell'afoso mese di luglio:

"Il mare a les Saintes - Maries de la mer" Giugno 1888 - Olio su tela 51x64 cm

Buona domenica :)


sabato 20 luglio 2013

Posted by Iride On 18:12


mi sono innamorata di questo gruppo, e di questo testo..

giovedì 18 luglio 2013

Posted by Iride On 12:35

Da quando la crisi mi ha inserita nella fascia statistica dei "giovani" con una laurea inutilizzata, mi sono dovuta occupare dell'attività di famiglia. Il risultato è stato di imparare un mestiere e affrontare con relativo (in)successo alcune paure.
Primavera ed estate sono i periodi di maggiore attività per chi gestisce attività legate al verde, e nel mio vivaio c'è tanto da seminare, potare, rinvasare, concimare, disinfestare, pulire, che da un pò non ho tempo per altro. Sveglia alle prime luci (perchè a metà mattina fa già troppo caldo per alcune mansioni) e si comincia...
Cominciamo quindi dicendo che la bellezza della vita in campagna è un pidocchioso stereotipo pieno di melassa. Una gran fregatura alla tonno Rio Mare. Quindi se non avete un giardino di plastica e un grissino di cemento, la vita bucolica non è questa gran figaggine, checchè ne dicano le varie trasmissioni Qualcosa Verde o quei gran fattoni che abitano il Mulino Bianco.
Riempirsi di terra fino ai capelli, cambiarsi almeno tre volte al giorno, rovinarsi mani e unghie e collezionare graffi sudando copiosamente in quell'ambiente tropicale è un aspetto trascurato nella gloriosa apologia della vita agreste. 

Ma la parentesi reale è più o meno questa: prima di tutto, zanzare che non basterebbe l'Avis a sfamare, di un'aggressività inaudita e quasi immortali.
Creature ronzanti meno note che sembrano seguire una strategia militare mirando alle orecchie, poi piccole uova di Diosolosachecosa, e lucertole che scoprono la gravità atterrandoti sulla testa. Cimici, scarabei, forbicine, insetti pallina... e le formiche, che essendo formiche si sa hanno lo scopo di romperti l'anima arrampicandotisi addosso. (Tra l'altro da quando tempo fa a mia cugina di otto anni ne entrò una nell'orecchio rimanendovi due giorni, le affronto con terrore rinnovato).
I lombrichi, e le eleganti libellule dai colori elettrici: blu, rosse, verdi... grosse come  maledetti elicotteri. 

Così ogni volta che un ramo ti sfiora temi sia l'attacco vile e sadico di qualche bestia ignota.

Ma in cima a tutto ci sono le lumache, grassocce sornione che pensano di essere al supermercato mentre si aggirano rosicchiando le piante con la flemma dei pensionati. E le erbacce. Erbacce che crescono con maggior impegno non appena ti volti dall'altra parte. 

E sebbene mi sforzi di combattere lo stereotipo della donnetta che sviene alla vista di un ragno – io non svengo eh, perdo solo tre gradazioni di colore – la reazione alle piccole creature del mondo entomologo e affine è quasi sempre un acuto da sopranista.
E non m'importa un accipigna se anche loro hanno paura di me!!! XD

Certo bisogna dire che questo agghiacciante scenario ha anche le sue bellezze: l'odore della terra, il rumore soffice dell'acqua sulle foglie, la lavanda e la menta che alla prima umidità profumano intensamente, come la ninna nanna delle cicale nell'afa pomeridiana e i germogli che fanno timidamente capolino nel terriccio ripagandomi del sudore versato e facendomi sentire fiera come una madre e felice di vivere in tanta genuina bellezza. 

Finchè un calabrone non mi sfiora la faccia.

domenica 14 luglio 2013

Posted by Iride On 18:15
Sono tornata. Non sono certa che sia un bene.
Salve a tutti, comunque. A chi c'è ancora.
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